Storia navi FS Sicilia
A metà dell’ 800, in quella fase di grande fermento che diede il via alla costruzione di numerose linee ferroviarie in Europa, anche in Italia si faceva sempre più pressante la domanda di trasporto passeggeri e delle merci. Nel 1885 il servizio ferroviario nazionale era molto articolato, basti pensare che da Roma si giungeva in Calabria attraverso una dorsale ferroviaria che da Battipaglia arrivava a Metaponto proseguendo fino a Reggio Calabria passando dalla costa ionica. Superato lo Stretto, da Messina si raggiungevano Catania, Siracusa e Palermo, quest’ultima passando da Catania.
In quegli anni lo Stretto di Messina si attraversava con i piroscafi della Navigazione Generale Italiana (NGI) e di alcune società private che trasportavano passeggeri e merci. Questi mezzi erano sempre più inadeguati alla continua richiesta di trasporto e al tempo non era prevista nessuna coincidenza con i treni nazionali.
Per parlare dei primi ferry-boat e dei treni a bordo di navi bisognerà aspettare l’attività dell’ingegnere navale Antonio Calabretta che nel 1881 realizzò il primo progetto per il trasporto dei convogli ferroviari tra Sicilia e Continente. Tra favorevoli e contrari dell’allora giovane Governo d’Italia, questo, ed un successivo progetto, non ebbero molti consensi.
L’atto di nascita dei ferry-boat nello Stretto di Messina fu il R.D. del 23 novembre 1893 con il quale il Governo diede in concessione la navigazione nello Stretto alla Società Italiana delle Strade Ferrate della Sicilia, e nel 1894 la stessa società ordinò i due primi ferry-boat, anche questi opera dell’ingegnere Calabretta.
Nel 1896, nel Cantiere Navale Odero di Sestri Ponente, fu varato il primo ferry-boat, seguito poco mesi dopo dal secondo. Le due unità furono battezzate con i nomi di Cariddi e Scilla. La costruzione delle due navi non fu celere come per le strutture di terra, infatti, gli impianti di Messina Marittima e Reggio Calabria Marittima, furono attivati dopo qualche anno: solo nel 1899 iniziarono le prove di carico dei carri ferroviari sui ferry-boat.
L’ 1 novembre del 1899 fu inaugurato ufficialmente il servizio dei ferry-boat nello Stretto di Messina. Ebbe inizio cosi il trasporto di rotabili ferroviari a bordo di quelle grandi navi a due fumaioli, mentre il primo treno passeggeri fu trasportato solo nel 1901. Iniziava cosi quell’interminabile spola tra Sicilia e Calabria. Nel 1905, anno in cui nascevano le Ferrovie dello Stato (FS), veniva aperto l’impianto di Villa San Giovanni Mare e nello stesso anno arrivarono i ferry-boat Sicilia e Calabria. Da questo momento aumentò in modo esponenziale la domanda di trasporto via ferrovia delle primizie destinate ai mercati nazionali e di tutta Europa.
Nei decenni successivi sono state numerose le unità della flotta FS che si sono alternate nei collegamenti nello Stretto, ed altrettante numerose sono state le vicende che hanno portato alla cronaca nazionale questo fondamentale servizio. Il terribile terremoto del 28 dicembre 1908 ne limitò fortemente l’esercizio distruggendo gran parte delle strutture di terra, l’affondamento della nave Scilla avvenuto nel 1917 per l’urto contro una mina, per finire agli ingenti danni subiti durante la IIª Guerra Mondiale dove tutta l’intera struttura fu interessata dai bombardamenti e le navi vennero distrutte e qualcuna fatta affondare. Unica superstite la nave Messina che riuscì a salvarsi perché si trovava a Taranto per effettuare lavori di manutenzione. In quegli anni difficili grazie alla nave Messina, rientrata nello Stretto dopo l’arrivo delle truppe americane e inglesi, le FS riuscirono a ripristinare un minimo di servizio che permise di trasportare i primi convogli ferroviari e i tanti reduci e sfollati che tornavano dalla guerra.
Gli anni della ricostruzione e del successivo boom economico portarono in riva allo Stretto nuove navi. La Secondo Aspromonte e la Mongibello furono concepite con maggiori servizi per i passeggeri: unità potenti e capaci di trasportare un numero maggiore di carrozze ferroviarie e automezzi che in quegli anni iniziavano a circolare numerose lungo le strade d’Italia. A questa nuova richiesta le FS risposero con le navi Cariddi, nel 1960 con la Reggio e nel 1964 con la San Francesco di Paola che vennero costruite con spazi appositi riservati al trasporto delle autovetture. Contestualmente anche le strutture di terra furono migliorate e ampliate per i nuovi servizi.
Erano quegli gli anni un cui si pensava al ponte sullo Stretto, e le navi come la Reggio e la San Francesco di Paola furono progettate anche con la celata di poppa per l’eventuale trasferimento sulla rotta tra Civitavecchia e Golfo Aranci, aperta all’esercizio nel 1961 con l’arrivo della nave traghetto Tyrsus. Nel 1969 arrivò la prima delle tre grandi navi Iginia, Sibari e Rosalia, concepite per superare nei mesi estivi le lunghe attese agli imbarchi di Sicilia e Calabria, mentre nell’estate del 1985 facevano la comparsa le navi Scilla e Villa. Queste dovevano essere le ultime navi FS in attesa della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.
A cavallo tra il XX e il XXI secolo la flotta FS, nel frattempo a seguito della privatizzazione dell’azienda divisa in società, passava a Rete Ferroviaria Italiana con il marchio Bluvia. Alle navi in esercizio lungo la rotta sarda, in Sicilia le navi ferroviarie Iginia, Sibari, Rosalia, Scilla e Villa, insieme alle bidirezionali Agata e Riace ricevevano sulle murate il nuovo brand. Sarebbe dovuto arrivare il 2000 per vedere l’avvicendarsi dei mezzi veloci Segesta Jet, Selinunte Jet e Tindari Jet, al tempo in linea solo tra Messina e Reggio Calabria, in sostituzione della vetusta Edra e altri mezzi noleggiati da altre compagnie. Nel 2002 seguirà l’arrivo della bidirezionale Enotria.
Negli anni tra il 2007 e il 2010 per la drastica riduzione dei treni a lunga percorrenza destinati alla Sicilia sullo Stretto di Messina si arriva al minimo storico dei ferry-boat con una sola nave ferroviaria operativa. La chiusura della rotta tra Civitavecchia e Golfo Aranci nel 2009, servita a chiamata con le navi da Messina, la cessione di unita come le navi Agata e Pace, avvicendate dalle vetuste unità Budelli e Razzoli. Erano quelli gli anni in cui veniva aperto il porto di Messina Tremestieri che si aggiungeva alle storiche invasature di Messina Marittima.
Nel 2011 dopo 26 anni dalla costruzione dell’ultima nave ferroviaria RFI commissione un nuovo traghetto in sostituzione alle numerose già alineate. Battezzata Messina grazie ad una petizione popolare portata avanti dall’Associazione Ferrovie Siciliane e in onorare alla città che da oltre un secolo è sede nazionale del settore navigazione FS: viene varata il 7 novembre 2012 ed arriva nello Stretto di Messina il 25 aprile 2013.
Nel frattempo le FS costituiscono altre due società per ripartire i servizi alla navigazione: Bluferries (2012) per gli automezzi e passeggeri su navi bidirezionali, Blujet (2018) per i passeggeri su mezzi veloci. A fine 2018 sullo Stretto arriverà dalla Grecia la nave bidirezionale Trinacria, già Okeanos I.
Mentre si susseguono le corse mare tra Messina Messina e Golfo Aranci Marittima, nel 2019 RFI commissiona un altro traghetto ferroviario da affiancare alla nave Messina e che dovrebbe arrivare sullo Stretto di Messina entro l’estate del 2021. Il suo nome sarà Iginia, anche se un’attività dell’Associazione Ferrovie Siciliane, sopportata dalle più importanti istituzioni religiose e civili di Sicilia e Calabria, aveva chiesto di intitolare il traghetto a San Francesco di Paola visto che nel 2019 ricorreva il 5 centanario della beatificazione del Santo.
Nel giugno del 2021 alla flotta della navi bidirezionali di Bluferries si aggiunge il treghetto Sikania, gemella della Trinacria. Il suo arrivo dovrebbe sancire il fermo definitivo della nave Riace.
Giovanni Russo
Storia navi FS Sardegna
Già dagli anni cinquanta, sfruttando l’esperienza del servizio di traghettamento nello Stretto di Messina che andava avanti dal 1896, su quelle che al tempo erano le richieste governative per lo sviluppo industriale e sociale della Sardegna le Ferrovie dello Stato valutavano come approntare il servizio di traghettamento più lungo d’Europa che avrebbe collegato l’isola dei quattro mori con il Continente.
Durante gli anni 20 e 30 del 900′ il collegamento tra Messina, Civitavecchia con Golfo Aranci era stato effettuato dalla nave traghetto Messina che effettuò, in qualche caso alternandosi con la nave Scilla, una serie di corse per il trasporto di rotabili ferroviari. Da queste trasferte periodiche nascono i primi studi di fattibilità della rotta con la Sardegna.
A metà degli anni cinquanta, viene costituito un gruppo tecnico di studio che valuta l’effettiva validità dell’opera. Da questo arriva la tipologia di navi da utilizzare, fortemente condizionate nelle dimensioni per la presenza nel porto di Civitavecchia della Torre del Lazzaretto. Nel 1959 nei Cantieri Navali del Tirreno a Palermo inizia la costruzione delle due navi traghetto Tyrsus e Hermaea. Nel 1961 entra in funzione l’impianto di navigazione FS di Civitavecchia Marittima.
L’1 ottobre 1961 la nave traghetto Tyrsus parte per il viaggio inaugurale tra Civitavecchia Marittima e Golfo Aranci Marittima ed apre ufficialmente la rotta sarda. Con qualche problema iniziale dovuto a un incidente alla stessa Tyrsus il servizio viene sospeso per qualche giorno fino all’arrivo della nave Hermaea.
Alla fine degli anni sessanta la crescente domanda di trasporto ha richiesto un incremento delle unità. Alla Tyrsus e Hermaea si affiancano le nuove navi Gennargentu e Gallura. Negli anni 70 e 80 alle 4 navi impegnate permanentemente tra Civitavecchia e Golfo Aranci si sono aggiunte le navi in sussidio dallo Stretto di Messina. La permanenza più lunga è stata per la nave San Francesco di Paola che rimase distaccata per oltre un decennio.
Nel 1982 la flotta venne ampliata con la nave cargo Garibaldi. A questa unità, che fu la più grande nave costruita dalle FS, era affidato il compito di trasportare nei suoi tre ponti ferroviari i numerosi carri che quotidianamente erano destinati alle altre unità, permettendo a queste di trasportare, specie in estate, un numero maggiore di automezzi e viaggiatori. Seguì nel 1988 la nave Logudoro, gemella delle navi Scilla e Villa, ma fornita di cabine e poltrone reclinabili.
Con la privatizzazione delle Ferrovie dello Stato, il fermo della Tyrsus, e la progressiva demolizione delle altre navi, si determinò una riduzione dell’offerta, fino ad arrivare al 2001, quando venne sospeso il trasporto di passeggeri, limitando l’operatività della linea al trasporto delle sole merci su carri ferroviari, compito affidato alle navi Garibaldi e Logudoro. Servizio sospeso nel 2009. Sono questi gli anni in cui la struttura operativa della rotta sarda viene trasferita nell’impianto di Messina. Dalla città dello Stretto periodicamente viene servita la rotta con Golfo Aranci attraverso il servizio a “chiamata” impiegando in modo alternato le navi ferroviarie Scilla e Villa.
Nel 2010, della flotta operante lungo le 115 miglia marine della rotta sarda rimane solo la nave Logudoro, che dopo un lungo periodo di fermo nel porto di Napoli e importanti lavori di riclassificazione eseguiti a Messina, nel 2012 entra in linea nello Stretto di Messina, affiancando per il servizio viaggiatori le navi Iginia, Scilla e Villa.
Dal 2012 a causa di un contenzioso giudiziario la nave Logudoro rimare ferma nelle invasature di Messina Marittima. Un danno economico non da poco visto che il traghetto è stato interamente ristrutturato ed ha operato per pochi mesi.
Giovanni Russo